POST n. 4 - Cos'è bitcoin? (3)

Oro digitale

Ben ritrovati amici, sono molto gratificato da questa nuova avventura e sono contento che chi mi sta seguendo abbia trovato interessanti i contenuti da me proposti e voglia saperne di più. I feedback che sto ottenendo sono oltre le aspettative quindi vi ringrazio; come avrete notato lo sforzo è davvero irrisorio, un paio di brevi letture settimanali che, state certi, vi apriranno un mondo che imparerete a padroneggiare prima della massa la quale, secondo me ma anche secondo il parere di moltissimi esperti e visionari, sará travolta da questa rivoluzione.

Ci siamo lasciati parlando della similitudine oro-bitcoin ed oggi approfondiremo questo importante elemento.

Come abbiamo visto nel primo articolo del blog, una delle più importanti caratteristiche sulle quali si basa il valore attribuito dall'umanitá all'oro è la sua scarsitá: tutto l'oro estratto del mondo sta dentro a due piscine olimpioniche e nonostante l' estrazione di nuovo oro proceda costantemente, essa non è da ritenersi talmente rilevante da influenzarne il prezzo sul mercato.
Allo stesso modo il protocollo bitcoin, con la proof of work, prevede un'emissione di moneta prestabilita che si dimezza via via con gli halvings tendendo a 0 al raggiungimento della quota massima di 21 milioni di monete fra più di un secolo.
Da tutto ciò si può quindi dedurre che per la legge della domanda e dell'offerta, unico metro che definisce il prezzo di queste 2 commodity, che se l'offerta rimane pressochè stabile o diminuisce e la domanda aumenta, il prezzo aumenta. Ed è quello che storicamente si è verificato sul lunghissimo periodo per l' oro come anche per bitcoin osservandolo dalla sua nascita ad oggi, come anche viene evidenziato dal modello 'stock to flow'(cfr. grafico).

Bitcoin, se al primo approccio può sembrare un qualcosa di sensorialmente intangibile a differenza del più godibile oro, non possiede alcuni difetti di quest'ultimo: è leggerissimo, è facilmente stoccabile e il suo scambio è economico e rapido.

Si è soliti categorizzare l'oro come "bene rifugio" e "riserva di valore" in quanto utilizzato dagli investitori per salvaguardare i capitali liquidi dalla svalutazione inflazionistica e per mettere a riparo i quelli investiti nei mercati azionari quando quest'ultimi, durante le crisi finanziarie, crollano.
Storicamente siamo ormai abituati a vedere una crisi sui mercati ogni 10 anni circa, è una cosa fisiologica, fa parte del gioco, un mercato che sale soltanto non è mai esistito e mai ci sará: e durante queste fasi l' oro va in netta controtendenza, cavalcando trend rialzisti: nella primavera del 2011, quando i maggiori indici economici mondiali cominciavano a risollevarsi dopo la crisi dei sub-prime, l'oro vide il suo massimo storico a circa 1800 dollari l' oncia dopo una "bull run"  che partí proprio al fallimento di Lehman Brothers 2 anni e mezzo prima (cfr. grafico).

 A riprova di questo ragionamento non possiamo fare a meno di notare l'attuale trend rialzista in atto, sintomo di estrema paura sui mercati a partire dalle tensioni USA-corea del nord di fine 2018, quelle tra USA-Iran, Brexit fino ad arrivare , ovviamente, al cvid-19 e le sue implicazioni economiche, sanitarie e sociali.

Bitcoin ora si trova in una fase storica che rappresenta una prova, in quanto non ha mai affrontato una recessione e sará quindi curioso vedere il suo comportamento sul mercato. A parer mio non è ancora maturo per adempiere alle funzioni di bene rifugio a causa della sua alta volatilitá, ma se diventerá a tutti gli effetti l' equivalente digitale dell'oro, e possiede tutti gli attributi per diventarlo, allora, ad oggi, è enormemente  sottoprezzato e sarebbe un peccato non riservargli una piccola porzione del proprio portafoglio d'investimenti, per non perdersi questa plausibile eventualitá.

Suggerisco la visione di questa intervista col docente di Bitcoin and blockchain technology all'universitá Bicocca e al Politecnico di Milano, Prof. Ferdinando Ametrano
https://youtu.be/ygXXBpk_ABU

A presto, Diego Chiapperini