Post n. 12 - Cos'è Ethereum?


Vitalik Buterin, un giovane russo, studente di informatica in Canada e fondatore di una rivista sul Bitcoin, nel 2013 ebbe l'idea geniale di estendere l'indipendenza di Bitcoin dagli istituti bancari a tutte le cose, ipotizzando un web 3.0 universale chiamato Ethereum.
Nel 2014 il team di sviluppo vendette i suoi token chiamati ether per Bitcoin, raccogliendo all'epoca un controvalore di circa 18 milioni di dollari.

La piattaforma di ethereum, sfruttando Solidity, il suo linguaggio di programmazione, permette la creazione di smart contract  (trad. contratti intelligenti) sulla sua blockchain: immaginate una scatola contenente dei soldi che eroga automaticamente quest'ultimi da Paolo a Giuseppe soltanto al verificarsi di determinate condizioni senza le quali i soldi tornano a Paolo. In informatica questo processo è assimilabile all'istruzione "if-then/else" di c++.

Proviamo a fare un esempio pratico:
Paolo acquista un biglietto aereo e deposita 1 ether all' interno dello smart contract della compagnia aerea, il quale riceve una serie di dati sul relativo servizio reale offerto. Se il volo ha rispettato determinati standard di qualitá e puntualitá lo smart contract erogherá 1 ether alla compagnia aerea; se invece si sono verificate problematiche o inadempienze contrattuali lo smart contract erogherá soltanto una parte di quell'ether (o nulla) alla compagnia aerea restituendo a Paolo i suoi soldi (o una parte) nelle modalitá regolate dal contratto di servizio.

Essi sono smart perchè sono contratti autoeseguibili che non necessitano di una terza parte che gestisca ipotetiche controversie tra i soggetti, risparmiando tempistiche burocratiche e parcelle legali, rendendo possibili applicazioni infinite in ogni settore.

Il progetto, chiaramente, è incredibilmente ambizioso e la strada da fare per costruire un ecosistema scalabile è ancora lunga ma, oggigiorno, ethereum vanta il maggior numero di programmatori del settore della blockchain che quotidianamente lavorano ad 'inventare il futuro'. Nei prossimi articoli analizzeremo le difficoltá e le possibili soluzioni, tracciando una rotta di sviluppo di un sogno che, a parer mio, ha le carte in regola per diventare di pubblico dominio.

A presto, Diego Chiapperini

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